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Forum › SURFCASTING › A CACCIA DI ……GRONGHI
PREMESSA
Conger conger è il nome scientifico del nostro amico serpentiforme. A volte osannato, altre denigrato, rimane comunque per noi un fiero combattente degno di essere annoverato a pieno titolo fra le prede tipiche del surfcasting. Potrebbe sembrare una preda facile o addirittura un ripiego su cui puntare per fare cestino quando specie di più alto lignaggio latitano. In effetti l’esperienza ci insegna che quando lo vai a cercare specificamente sembra quasi che anche lui faccia lo snob e si fa desiderare.
DOVE
In effetti, anche se distribuito su quasi tutto il pianeta, non è detto che tutte le spiagge lo possano elencare fra gli abituali frequentatori. E’ un predatore molto vorace che si ciba di qualunque creatura marina gli arrivi a tiro di muso. La tana è rappresentata da buche fra scogli, pietre, anfratti ecc. Anche se durante le scorribande copre discrete distanze rimane comunque una specie piuttosto territoriale per cui, durante la pesca, dovremo tener conto di questo fattore e, scegliendo lo spot, dare la preferenza a spiagge che presentino, almeno nelle immediate vicinanze, delle possibili tane. Non dobbiamo necessariamente cercare spiagge a fondale misto o roccioso, che rimangono comunque l’optimum, ma posti nei cui paraggi sia accertata la presenza di formazioni rocciose o manufatti sommersi. Per cui potremo insidiarlo su spiagge prettamente sabbiose a patto che queste non distino anni luce dalla sua probabile residenza.
Le spiagge profonde offrono maggiori possibilità di cattura rispetto a quelle basse anche perché il suo sistema di caccia si basa sull’agguato più che sull’inseguimento per cui braccare in acque basse non è proprio il suo forte.
La distanza di pesca è un elemento che passa in secondo ordine. Poche decine di metri possono essere più che sufficienti e spesso gli attacchi avvengono nell’immediato sottoriva, appena oltre il gradino di risacca. E’ infatti questa una zona ove il nostro amico può catturare e nutrirsi di pescettame vario. Un mio caro amico, espertissimo cacciatore di questi serpenti, li insidiava senza piombo, affidandosi esclusivamente sul peso della sardina intera innescata.
COME
Il grongo è un pesce che può arrivare a dimensioni e pesi ragguardevoli. Qui in Liguria non sono rari gli esemplari superiori ai 30 Kg. Ovviamente sono mostri pescati con i palamiti ma da riva non si scherza nemmeno e si è sempre di fronte ad un avversario forte ed agguerrito che ci darà del filo da torcere anche nel sottoriva dove spesse volte si attanaglia con la coda a pietre e ciottoli rendendo la cattura incerta fino alla fine. Queste sue qualità ci indirizzano verso attrezzi robusti, diciamo da surfcasting….o quasi.
Se usiamo una canna telescopica questa deve avere un range superiore ai 150 gr. Il mulinello non dovrà essere inferiore ad un 7000, dotato di ottima frizione e rapporto di recupero non elevatissimo. Se utilizziamo una ripartita dovrà essere adeguata alle condizioni del mare ed alla stazza degli esemplari presenti nello spot. Il mulinello può essere scelto fra i rotanti più potenti in circolazione. In entrambi i casi uno 0.35 in bobina sarà d’obbligo con l’aggiunta di uno shock leader dello 0.60. Sui travi da utilizzare non c’è molto da dire: attacco basso o attacco alto sono le uniche alternative scartando senza indugi soluzioni pluriamo che ci complicherebbero solo la vita. Non adopereremo gli snodi classici per evitare lo slittamento degli stessi con la conseguente possibile rottura del trave sotto la possente trazione del grongo. Adotteremo invece soluzioni solide ricorrendo magari al dimenticato “pig” oppure adopereremo delle robuste girelle a tre vie, tipo questa .
In questo modo eviteremo qualunque scorrimento dello snodo. E’ ovvio che in caso di attacco basso non avremo un trave vero e proprio perché lo shock verrà annodato direttamente all’anello superiore della girella e il piombo fissato a quello inferiore mediante un anello o un oval split ( a sinistra)
sempre che non decidiamo di inserire alcuni cm. di deriva per alzare lo snodo e quindi il bracciolo (a destra)
.
La lunghezza dei braccioli dipende un po’ dai gusti e dall’esperienza personale. Consiglio comunque di stare sempre fra il metro e il metro e mezzo di lunghezza anche per non offrire occasioni d’appiglio alla coda di un’eventuale preda.
In caso di attacco alto del bracciolo adotteremo un classico short rovesciato, ma non tanto short, diciamo un trave di circa 140/150 cm. di lunghezza, di diametro pari allo shock, che ci permetterà di ospitare un bracciolo di una decina di cm. più corto.
Io adotto questa soluzione prevalentemente quando si tratta di perlustrare il sottoriva. E’ un calamento che oltre ad offrire un’elevata resistenza ai garbugli svolge un’azione a COMPASSO.
I terminali potranno essere confezionati sia con l’aggiunta di cavetto d’acciaio che con solo nylon. Personalmente preferisco evitare il cavetto per una questione di sportività ma anche perché ho notato che il metallo riduce le abboccate. Un terminale dello 0.50/0.60 può assolvere egregiamente il suo compito, se non incocciamo un mostro. Possiamo eventualmente rivestire qualche cm. di terminale a contatto con l’amo con del sottile tubicino, tipo quello impiegato per il rivestimento dei singoli fili all’interno dei cavi telefonici.
Anche il piombo non rappresenta un grosso problema. La taglia va scelta in base alle condizioni del mare preferendo fogge ad alta tenuta come piramide, cono, sfera ecc. Se impostiamo due canne per la ricerca del grongo su una (quella in favore di corrente) possiamo montare un piombo leggermente sottodimensionato e a bassa tenuta il cui scarroccio potrebbe invogliare l’attacco.
L’amo va scelto in base alle preferenze personali ma sempre robusto e di dimensioni generose. Personalmente preferisco degli Aberdeen a filo robusto fra l’1/0 ed il 3/0 perché ho notato che con questi ami la possibilità di ingoio è nettamente inferiore rispetto ai beack dandoci la possibilità di un’eventuale rilascio meno traumatico.
Quali sono le esche migliori? Abbiam detto che mangia di tutto e non va certo a notare la freschezza di quel che gli proponiamo. Nella scelta dell’esca dobbiamo però anche tener conto della sua consistenza e resistenza agli attacchi dei pescetti ed all’azione disgregante del sottoriva in movimento. Direi quindi la sarda, intera o a filetto rovesciato e non, inserendo magari all’interno le interiora per un miglior richiamo olfattivo. Filetto di buga, cefalo, sgombro,sugarello ecc. Seppie, totani, tentacoli di polpo ecc. o magari un bel filetto di sarda rivestito con un mantello di totano. L’unica esca che escluderei è il cannolicchio atteso che non ho riscontri personali né di conoscenti di catture effettuate con questo bivalve. Tralasciamo anche gli anellidi anche se ho visto gronghi di discrete dimensioni abboccare al bibi.
QUANDO
In quanto preda da surf predilige condizioni e periodi da surf quindi gli esemplari di maggior taglia cominciano a girare proprio ora sino agli inizi della primavera. Si cattureranno anche in altre stagioni, con mare in movimento, ma questo è il periodo clou. Le sue abitudini sono prettamente notturne per cui durante il giorno se ne sta tranquillo tranquillo nella sua tana anche se qualche cattura diurna viene sporadicamente effettuata ma con l’acqua molto sporca. Sempre per lo stesso motivo va ricercato prevalentemente con condizioni di mare mosso, con la scaduta che rappresenta il momento clou e, se vogliamo proprio essere pignoli, nelle ore prossime al culmine di alta marea e in assenza di luna.
CONSIDERAZIONI FINALI
Come al solito tengo a precisare che quelli sopra sono consigli ricavati dalla mia esperienza personale e pertanto totalmente personalizzabili. Quello che ci tengo invece a dire è che questo amico ci può risolvere una battuta di pesca facendoci divertire parecchio per cui massimo rispetto. Se rientra nei nostri gusti culinari cerchiamo di sopprimerlo in fretta magari nella maniera meno cruenta possibile, se non apprezziamo la sua carne, invece, altrettanto velocemente cerchiamo di slamarlo (attenti alle mani nude vicino alla bocca) o recidiamo il finale evitando gratuite sevizie o abbandoni sulla spiaggia.
Potrei raccontarvi qualche episodio di catture ma preferisco limitarmi all’aspetto tecnico e ricordarne solo uno. Diversi anni fa, durante una battuta intorno al porto di Montecarlo, io e i miei amici aiutammo un anziano e minuto signore francese a salpare un bestione mai visto. Ho sempre vivo il ricordo della manona di un mio amico il cui palmo non riusciva a coprire la larghezza della testa del grongo.
Non l'ho mai pescato ma in caso… È facile togliere l'amo?
Preda molto combattiva, divertente e gustosa (almeno, per il mio palato….!); gli esemplari di grossa taglia vanno maneggiati con cura e per slamarlo ci vuole necessariamente una pinza a becco lungo o, in caso di difficoltà, meglio tagliare il filo. Non ti avventurare a mani nude perchè potresti avere spiacevoli sorprese…
Tutte le volte che mi è capitato di prendere un gronco (anche con il vivo) avevano l'amo nello stomaco ed era praticamente impossibile slamarli.
Bene grazie, ho capito la situazione numero 1
Il primo gronco non si scorda mai !!, il mio per esempio fu frutto del lancio più sbagliato che abbia mai fatto, ricordo della mia vecchia e fortunatissima telescopica, lancio totalmente di sbieco a non più di una 20na di mt dalla riva (a momenti mi tiravo sui piedi), lascio l'esca li per non farmi deridere dal mio amico, ricordo che erano i primi salsicciotti che facevo con la sarda ed era più quella che spappolavo che quella che rimaneva nell'amo, circa una mezzora dopo decidiamo di smontare senza avere preso nulla, nel ritirare la I^ canna avverto un peso che arriva a bloccare il filo come se fosse incagliato, rimetto la canna sul picchetto e recupero l'altra che viene via senza problemi, tornato alla I^ canna comincio a pompare per cercare di sganciarmi ma il peso comincia ad avvicinarsi, alghe? busta di plastica?, bhooo???, alla fine spunta lui quasi 2kg di serpentone che la lampada a led mi mostrava in tutta la sua muscolarità >s<calabria>s<, non si dibatteva perchè aveva un aberdeen 1/0 piantato nello stomaco ma sicuramente si era insabbiato, ha tranciato lo 0,30 proprio sulla battigia peccato per lui, l'indomani cous cous a base di gronco, sluuurp >o<calabria>o<
p.s. se non li gradite non uccideteli ma restituiteli al mare, grazie.
una domanda nella zona cropani marina sellia marina qualcuno sa di qualche cattura di gronchi,io personalmente ho preso solo piccoli gronchi con il coreano,non sono sicuro se erano gronchi ma erano uguali la 20 cm massimo
Nelle nostre zone sono presenti soprattutto i piccoli esemplari e si pescano prevalentemente in notturna durante i mesi luglio -settembre, ma ogni tanto è capitato che pescando al pesce serra qualche esemplare di ottime dimensioni è stato preso, il più grande a memoria pesava intorno a 1,5 kg, rimangono comunque catture sporadiche. Ciao
Come ti è già stato detto, il grongo purtroppo spesso ingoia tutto e l'unico metodo è quello di tagliare il filo in prossimità della bocca sperando che possa salvarsi (comunque sempre occhio alle mani). Nel post ho consigliato l'utilizzo di ami Aberdeen di grossa taglia nella speranza che si possa piantare in bocca senza andare oltre. In tal caso è meglio utilizzare delle pinze a becchi lunghi.
Non conosco personalmente la tua zona ma la condizione indispensabile è che nelle vicinanze ci siano formazioni roccioso dove il grongo possa eleggere dimora altrimenti si fanno cestini di gronghetti di sabbia come è capitato a te.
Una volta ne presi uno piccolo con il coreano, rilasciato, era veramente piccolo; ma anche la prima vera murena non si scorda mai: come esca un polipetto, piccolo, intero, di quelli che vendono congelati per la pesca, mi sembrava di aver incagliato, era una zona piena di scogli, ma quando tiro più forte, vedo questo serpentone contorcersi sugli scogli che non voleva arrendersi. Vi dico che ero alle primissime armi… e non sapevo né cosa fosse, né come fare…
Le murene fanno veramente paura, più di una volta le ho viste spalancare le fauci con l'intento di avventarsi contro chi le aveva pescate, tempo fa ne presi una di circa 1,5 kg, abbiamo provato a cucinarla come prima avevamo fatto col gronco, ma vuoi per l'infinita quantità di spine, il doverla spellare prima di cuocerla perchè credevo che la pelle fosse velenosa, nonchè il sapore troppo dolce delle sue carni, quando mi capita immediatamente taglio il finale e via.
Cucinata non è male, bisogna prima spellarla, ma non ne vale la pena, meglio rilasciarla: foto ricordo e rilasciarla. Io la feci cucinare, ma era piena di spine e la carne mi ricordo era abbastanza grassa; ma comunque era una delle mie prime prede; dopo non ne ho prese più!
Ho sentito dire che per eliminare la maggior parte delle lische bisogna spremerla stringendola con entrambe le mani poco al di sotto della testa e poi scendendo fino alla coda… Ripetendo l'operazione più volte, le lische si accumuleranno tutte sulla stessa che va tagliata!!!
Ritornando al thread di Oltremare, anche io purtroppo non ho mai avuto il privilegio di aver a che fare con questa preda!!! A riprova di quanto detto:
Un mio amico è riuscito a catturarne uno di buona taglia proprio con il bibi e in piena estate!!!
Ciao!!!
Quindi, se ho capito bene, la carne delle murene è diversa da quella dei gronchi? E questi ultimi sono buoni?
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