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Re: Terminali e montature da surf casting, (come realizzarli e quando utilizz.)

Forum SURFCASTING Re: Terminali e montature da surf casting, (come realizzarli e quando utilizz.)

Stai visualizzando 15 post - dal 76 a 90 (di 102 totali)
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    Mi sa che è arrivato davvero il momento di appendere le canne al chiodo (e non è tutta battuta, perché ci sto pensando sul serio…)  

    >xcalabria>x< noooooooooooooooooo …  >xcalabria>x<

    1

    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Ciao Murena,
    devo ammettere che nei miei post precedenti ho commesso nuovamente il classico errore del ‘predico bene e razzolo male’ nel rispondere, e cioè mi sono scordato di premettere quella che io ritengo una cosa fondamentale: di precisare che i miei suggerimenti provengono esclusivamente dalle mie esperienze personali e che non rappresentano nel modo più assoluto il ‘verbo’. Me ne scuso con Roma79, con te e con tutti quelli che ci hanno letto, se ho dato un’impressione di saccenza.
    Però sento il dovere nei confronti dei novizi della pesca che ci seguono di dover fare delle precisazioni, altrimenti corriamo il rischio di confondere loro solo le idee. Queste precisazioni provengono da constatazioni universalmente accettate.
    Il doppio long arm, il ciaio-ciao, lo zatterino,  sono tutte metodologie che il suo inventore Sandro Meloni (che sicuramente conoscerai meglio di me) ha applicato al long arm classico (che non ha inventato lui), e che è stato concepito con attacco basso su uno snodo a pochi cm dal piombo.
    Sandro Meloni si è inventato il ciao-ciao e lo zatterino per il long arm classico per fare in modo di renderlo più fluttuante, in quanto l'esca viene tenuta sollevata dal fondo per una decina di cm max, non certamente per proiettarla in superficie alla ricerca di lecce stella (le hai nominate tu) e di aguglie (non le hai nominate tu, ma hanno le stesse abitudini), e che il Meloni non ha mai nominato in nessuno dei suoi trattati o insegnato verbalmente ai suoi allievi. Il doppio long arm l’ha sperimentato per insidiare i pesci nella risacca. I pesci insidiati dal Meloni con queste sue tecniche sono gli stessi di quelli insidiati dal long arm classico senza ciao-ciao o zatterino, e cioè i grufulatori che stazionano sul fondo e quei predatori che non disdegnano di ricercare il cibo anche nei pressi del fondo.
    Ed è questo che io stavo cercando di trasmettere a Roma, il quale nelle sue domande ha accennato esclusivamente a long arm, short arm e short arm rovesciato, termini abbastanza asciutti e precisi che hanno una loro ben definita connotazione nella disciplina della pesca sportiva.
    Poi so bene che la pesca è una 'scienza' in perenne evoluzione e che le varie invenzioni e sperimentazioni si susseguono con costanza.
    Tra queste c'è il long arm 'rovesciato' (se mi consenti questo termine), cioè il long arm con attacco alto che viene usato ultra ‘sgallato’ per ricercare i pesci che stazionano nei pressi della superficie, tipo le lecce stella da te nominate. E questa invenzione è stata fatta dai garisti in cerca di punti. Poi è stata adottata anche dai pescatori comuni, che per qualche motivo che per me resterà sempre misterioso preferiscono catturare leccette, aguglie e occhiate anziché saraghi, orate, mormore, corvine e così via. Ma siccome questa è una questione di gusti personali, mi guardo bene dall’entrare nel merito, e per me nasce e muore qui. Sicuramente il long arm ‘rovesciato’ sgallato può produrre anche catture interessanti come le spigole, ma sono soprattutto le leccette e le aguglie a farla da padroni, e questo non si può negare.
    Ho usato anch’io il long arm con attacco alto (ma senza alcun tipo di sgallatura), però sinceramente preferisco di gran lunga quello con attacco basso, probabilmente perché è quello che mi sta dando maggiori soddisfazioni (con o senza ciao-ciao o zatterino).
    Ciao.
    Con stima Roberto

    P.S.: sa = short arm

    Quote:
    La risposta a questa domanda l'ho già data nel post precedente: un trave da 180 cm mi consente di utilizzare due bait clip per trattenere il long arm solidale col trave durante il lancio. Questo impedisce al long arm di aggrovigliarsi intorno al trave proprio nella fase più delicata, che è appunto la fase del lancio.
    Questa figura forse ti aiuta a capire lo schema:

    longarm.png

    sull' uso dei bait clip  ho le idee chiarissime, non li ho mai usati perche mi piace poco "l'estetica" e mi sembra che appesantiscano il mio calamento,pero mi era parso d'aver capito che un long arm rovesciato potesse essere un'alternativa tra tutti i vari calamenti,invece apprendo da te che usi travi da 1,80 cm(o altro) solo ed esclusivamente per poter utilizzare i bait clip e quindi azzerare i grovigli in fase di lancio,ma in realtà nonostante il trave lungo sempre vicino al piombo si trova il tuo snodo

    Quote:

    per fugare ogni dubbio ti posto la foto di un minitrave artigianale che si trova in commercio in cui, come vedi, la guaina ricopre l'intero trave lasciando una minima tolleranza allo snodo

                                 minity.jpg

    [/quote]]

    ottimo
    rispetto a tutte le immagini che girano sul forum e nei negozi questo è il piu chiaro di tutti,non potete negarmi infatti che nei mille esempi il mini trave ha lo snodo mobile per tutta la sua lunghezza,
    questo invece è chiarissimo.

    Quote:
    Un attrezzo molto utile, mutuato dalle gare di pesca, che noi spesso trascuriamo, è lo 'stendi travi' a cui appendere i travi pronti all'uso (ed è una stupidata autocostruirselo).

    sarò pigro o come volete voi ,ma nel forum di questo ho trovato poco,  sarebbe interessante però creare e costruire uno stenditravi, forse sbaglierò ma nonostante siano 5 mesi che pratico la pesca dalla spiaggia mi piace e mi ci trovo bene a sostituire i vari travi,infatti ammetto senza vergognarmi che dopo la prima uscita  ho stuccato di tutto,dallo shock ai travi ai braccioli e ai piombi.
    il problema dello shock l ho risolto tranquillamente,ho capito che non morde <xcalabria>x<, ma ogni tanto incaglio oppure il piombo affonda troppo e puntualmente perdo il mio trave è in base a queste esperienze che ho abolito il trave solidale.

    visto che ci sono vi dico i travi presenti nella mia cassetta:
    travi da 1,60/1,70/1,80cm dove lo snodo (nella mia testa) è posizionato alto (allora visto i consigli di nonnoroby a questi travi aggiungo un altro snodo)
    travetti da 10/20 cm
    e poi vari pater i quali travi corrispondono come lunghezza a quelli che consideravo travi per i long rovesciati.
    quindi ne ho una diecina in totale

    Ragazzi scusate se a volte  sembro logorroico ma sono preso parecchio da questa nuova avventura,e vi assicuro che tranne qualche sfumatura a teoria sono messo molto bene, anche se per la verità ogni tanto colgo qualche controsenso come appunto quello del mini trave(mai visto quello postato da oltremare bensi altri modelli) o del longarm rovesciato che a quanto pare non è idoneo per la  paf o per il surf,

    saluti

    1

    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    In effetti usare il trave lungo con il long arm ha senso solo se monti un doppio bait clip, che con certi tipi di lancio (quale per esempio il pendolare) sono assolutamente indispensabili, se non vuoi rischiare che l'amo svolazzante ti si conficchi addosso.
    Oppure se usi un long arm con attacco alto (con bait clip o meno)
    Quando pesco in siti in cui non sono necessari lanci esasperati per raggiungere la zona di pascolo, addirittura il trave non lo utilizzo per nulla, ne lungo ne mini, ma collego tutto allo shock leader, con questo sistema:

    senzaolo1dq.png

    Quote:
    In effetti usare il trave lungo con il long arm ha senso solo se monti un doppio bait clip, che con certi tipi di lancio (quale per esempio il pendolare) sono assolutamente indispensabili, se non vuoi rischiare che l'amo svolazzante ti si conficchi addosso.
    Oppure se usi un long arm con attacco alto (con bait clip o meno)
    Quando pesco in siti in cui non sono necessari lanci esasperati per raggiungere la zona di pascolo, addirittura il trave non lo utilizzo per nulla, ne lungo ne mini, ma collego tutto allo shock leader, con questo sistema:

    senzaolo1dq.png

    ma questo non è uno scorrevole con piombo derivato?

    Quote:
    Ciao Murena…

    ciao, Roberto.
    non mi sembra di aver detto nel mio primo post che meloni  propose ai suoi epigoni i finali lunghi flotterati  per insidiare pesci di galla o  grufolatori.
    non sono un suo epigono: soprattutto, non sono un suo epigono talebano, ma conosco il suo “verbo” e so che propose i finali lunghi flotterati, con attacco prossimo al piombo,    proprio per lavorare a mare  mosso,  alla ricerca esclusiva di predatori nella turbolenza del sottoriva, con esche di grosse dimensioni: tranci, cefalopodi, che, precisò,  dovevano essere alleggerite tanto da farle fluttuare e non galleggiare (l’esca deve traslare e non muovere secondo un piano perpendicolare : stesso obiettivo che cerca di conseguire chi insidia a paf specie di galla con finali lunghi flotterati).
    proprio quello che cerco di fare in presenza di una long shore current sostenuta, lanciando obliquo, in modo da far  distendere il lungo finale senza dar luogo a grovigli, alla ricerca di spigole.
    ho proposto, invece, l'esempio delle stella, tipica specie di galla,  e di uno spot ad alta energia solo per estremizzare quanto avevo appena postato e che ribadisco qui: è un long arm o un doppio long arm anche una paratura realizzata con finale lungo ad attacco alto e apposizione di materiale flottante.
    se ho capito bene  questo passaggio del tuo ultimo post: “Ed è questo che io stavo cercando di trasmettere a Roma, il quale nelle sue domande ha accennato esclusivamente a long arm, short arm e short arm rovesciato, termini abbastanza asciutti e precisi che hanno una loro ben definita connotazione nella disciplina della pesca sportiva”,  è proprio questo il motivo del nostro discutere.
    dici con quest’affermazione ho commesso un errore di definizione, che potrebbe ingenerare confusione nei neofiti,  dal momento che quella di  long arm dev’essere attribuita solo a parature con attacco prossimo al piombo, finale lungo (ma lungo quanto?) e senza l’apposizione di materiale flottante?
    condivido che bisogna essere ortodossi nell’uso del nostro glossario, specie se ci si confronta coi neofiti,  a patto di non  essere, permettimi, rigidi.
    intendo dire che, a mio modo di vedere, una paratura che preveda un finale di almeno 1,5 m è un long arm: braccio lungo, qualunque sia la posizione del joint sul trave, con o senza l’apposizione  di materiale flottante e indipendentemente dall’uso cui è destinata.
    con stima e amicizia
    Giorgio

    Quote:
    intendo dire che, a mio modo di vedere, una paratura che preveda un finale di almeno 1,5 m è un long arm: braccio lungo, qualunque sia la posizione del joint sul trave, con o senza l’apposizione  di materiale flottante e indipendentemente dall’uso cui è destinata.

    nonostante la mia piccola esperienza anche io considero un longarm quel finale che come lunghezza supera il metro e mezzo a prescindere dalla posizione del joint,

    Quote:
    devo ammettere che nei miei post precedenti ho commesso nuovamente il classico errore del ‘predico bene e razzolo male’ nel rispondere, e cioè mi sono scordato di premettere quella che io ritengo una cosa fondamentale: di precisare che i miei suggerimenti provengono esclusivamente dalle mie esperienze personali e che non rappresentano nel modo più assoluto il ‘verbo’. Me ne scuso con Roma79, con te e con tutti quelli che ci hanno letto, se ho dato un’impressione di saccenza.

    ci mancherebbe ,adesso nonnoroby che chiede scusa a roma79 non esiste proprio , quando mi metto a scrivere sul vostro forum è perche cerco risposte specialmente da voi(nonnoroby oltremare) e quindi mi rimetto alla vostra totale esperienza,ma devo ammettere che questo piccolo botta e risposta con murena(complimenti,quando scrivi sei sempre "professionale" e "capace" ) ha chiarito completamente i miei dubbi .

    ho capito anche che non esiste una scienza perfetta sulla pesca e molto è basato su esperienze personali ,ecco perche a volte  faccio domande che possono sembrare banali per voi esperti semplicemente perche mi arrivano nozioni diverse o dalla lettura di vostri topic o da parte di conoscenti, ,ma tutti ugualmente utili e sempre "veri".

    A presto

    Quote:

    Quote:
    E' vero, avevo dimenticato il LA alto che si sono inventati i garisti per cercare di fare punteggio in gara con le medagliette. Ma qui stiamo parlando del long arm ufficiale disteso sul fondo…

    Quote:
    Concordo pienamente con te Roberto che un long arm alto flotterato è roba da aguglie.

    garisti?  aguglie? <xcalabria<  io mi riferisco al doppio long arm, nelle varianti ciao-ciao e zatterino, che può avere applicazione anche con le onde, in condizioni che  conoscete troppo bene perché le indichi.

    Avendo cominciato a fare surfcasting da quando questo è nato in Italia (e anche prima) conosco perfettamente zatterino e ciao ciao applicati al long arm e al doppio long arm ma sempre attaccati in basso, vicino al piombo e mai in alto. Un'esca: americano, seppia, sarda, cannolicchio che sia che lavora in superficie in condizioni di mare mosso ha veramente poche possibilità di successo.

    Per quanto attiene la terminologia tecnica abbreviata purtroppo si cade spesso in questo errore: basterebbe ricordarsi che non tutti siamo nati "imparati" e perdere qualche secondo in più per scrivere la parola intera. Saremo più apprezzati per questo gesto di umiltà piuttosto che per l'ostentazione di snobismo e altolocazione piscatoria.

    Discussioni inerenti i termini tecnici del surf hanno più volte portato, in passato, a vere e proprie guerre. La terminologia classica vuole, come dice Roberto, lo short ed il long attaccati in basso, vicino al piombo. Il long arm con l'attacco in alto è un'evoluzione avvenuta nel tempo. Personalmente lo definisco long rovesciato anche perchè in passato in un post avevo parlato di short rovesciato da 170 cm e poco ci mancò che venissi lapidato sul pubblico web.
    Son tutte cose che purtroppo ci hanno condizionato un po tutti portandoci al punto di mettere nella cassetta il metro rigido perchè….guai se lo short supera il metro di lunghezza o sia inferiore agli 80 cm.
    Pur non disconoscendo l'ABC del surf posso ammettere di aver vissuto questa disciplina in maniera più piacevole e rilassante proprio quando mi sono scrollato di dosso certi vincoli e certi dogmi.
    Le basi ci sono, occorre personalizzare e sperimentare e operare in un certo modo perchè siamo convinti di quello che facciamo non perchè l'abbiamo letto da qualche parte.

    Quote:
    Dopo tanti anni di pesca, Nicola, ormai sappiamo che esistono tante di quelle sfaccettature che ci possono salvare una battuta che si presenta male, ma sappiamo anche che certe abitudini sono talmente radicate che è difficile rimuoverle. Senza contare, poi, che spesso non abbiamo voglia di combattere una certa 'pigrizia mentale', per cui ci adagiamo su quelle abitudini che in molte occasioni precedenti ci hanno dato buoni risultati.
    Anche i bait clip che uso io sono di facile e rapido inserimento, ma ormai mi trovo sempre più spesso in condizioni di 'pigrizia mentale'. Mi sa che è arrivato davvero il momento di appendere le canne al chiodo  (e non è tutta battuta, perché ci sto pensando sul serio…)  

    <<<calabria<<< <<<calabria<<< (solo due faccine perchè il sistema non ne permette altre)
    A parte gli scherzi Roberto ti capisco benissimo e mi ritorna alla mente la mia utopistica convinzione che bisognerebbe stare in pensione fino a 40 anni (e anche più) e poi andare a lavorare. L'età ha purtroppo il suo peso in questa disciplina (e ti parlo per esperienza personale) e se poi ci unisci qualche acciacco e i problemi quotidiani e di lavoro, ecco che l'entusiasmo si smorza ancora di più. Finchè sei giovane in due secondi sei già a pescare, col passare degli anni cominci a tentennare prima di deciderti, vedi la nuvoletta nera e pensi che sia il caso di rimandare. Purtroppo bisogna prenderne atto di ciò ma assolutamente non appendere le canne al chiodo. Cambiare magari abitudini, andare magari a pescare di giorno piuttosto che di notte visto che le bronchiti si beccano con più facilità. Se poi la pigrizia mentale ci costringe a ritardare il controllo dell'esca o a cambiare tipo di calamento, chi se ne frega: avremo preso un pesce in meno ma l'importante è essere lì sulla spiaggia. E per questo motivo bisogna reagire ed imporsi di andare comunque. La stagione del surf è alle porte o è già iniziata, non ti impigrire proprio adesso.

    1

    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Quote:
    condivido che bisogna essere ortodossi nell’uso del nostro glossario, specie se ci si confronta coi neofiti,  a patto di non  essere, permettimi, rigidi.

    Ciao Giorgio,
    effettivamente le concezioni attuali di interpretare certi canoni sono talmente stravolte che le persone che hanno una certa età, come il sottoscritto, fanno una certa fatica non solo a capirle ma anche ad accettarle. Prendiamo ad esempio l'affermazione espressa qualche tempo fa in una rivista da uno tra i guru del surfcasting, che purtroppo non posso citare a memoria perché non la ricordo, ma il senso era questo: <<Sia che si peschi con mare forza olio che con mare agitato, sia che si peschi con le telescopiche da 50 € che con le ripartite da 300 €, sia che come esca si usi l'arenicola che il calamaro intero, ha poca importanza: quello che importa è lanciare l'esca in acqua, perché sempre di surfcasting si tratta>>. Roba da far accopponare la pelle!
    Questo signore, nel suo articolo, esponeva alcune metodologie che effettivamente portano alla cattura di prede di una certa rilevanza (documentate dalle foto), frammischiando varie discipline. E fin qui va benissimo, dato che lo scopo primario di un pescatore è proprio quello di catturare i pesci e non di fare un bagno di sole. Ma la sua frase di chiusura mi ha fatto talmente incavolare che ho strappato la rivista (che ho poi dovuto ricomprare all'amico che me l'aveva prestata…).
    Ma non è il solo 'articolista' ad aver stravolto il concetto di surfcasting. Su discipline che hanno regole ben precise quali il surfcasting ed il beachledgering io sono alquanto intrasigente e, di conseguenza, molto rigido, perché ogni variazione a queste regole ci porta fuori dai loro canoni ben precisi. Se io adotto queste variazioni, non posso più chiamarli surfcasting e beachledgering, ma devo chiamarli con altri nomi, magari coniandoli ex novo (che so, "Surfcasting Variante Nonnoroby", "Surfcasting Variante Murena"….).
    Per evitare qualsiasi equivoco, ci tengo a precisare che io non sono assolutamente contrario alle innovazioni, tutt'altro, visto che io stesso me ne sono inventate. Molte innovazioni hanno contribuito, e non poco, a riempire i carnieri e pertanto ben vengano, specialmente in questi tempi di magra. Ma si tratta sempre di variazioni, e come tali le devo definire, perché se non lo faccio sto contribuendo anch'io ad inquinare la purezza del surfcasting e del beachledgering.
    Mi rendo benissimo conto che queste mie affermazioni mi fanno passare per l'ennesima volta come il classico Don Chisciotte, dato che ormai la tendenza è quella di mettere in discussione qualsiasi cosa in ogni campo, però non me ne curo più di tanto, perché ormai ci ho fatto il callo.
    Il metodo che io cerco di adottare (e ho visto che adotta anche Nicola), quando gli argomenti di un novizio della pesca vertono sulla "Pesca a surfcasting" o "Pesca a beachledgering", è quello di rispondere in base ai canoni che regolano queste discipline, perché molti neo pescatori, non certamente per colpa loro, non hanno ben chiari questi due metodi di pesca ed usano spesso questi due termini in modo inadeguato, anche se la cosa purtroppo non mi riesce sempre, o mi riesce solo a metà.
    Poi, com'è giusto che sia, intervengono nella discussione altri pescatori navigati che possono condividere o meno le mie affermazioni (o i miei spropositi..), e questo rappresenta il sale di un forum, che altrimenti rischia di restare insipido <xcalabria>x<
    Rinnovo la stima e l'amicizia
    Roberto

    1

    ^NONNOROBY^

    @Nonnoroby

    Amministratore del forum

    Quote:
    <<<calabria<<< (solo due faccine perchè il sistema non ne permette altre)

    Ridi, tu, ridi… ma il fatto di vedermi come il classico vecchietto seduto su una banchina con la bolognese in mano mi fa accapponare la pelle. <<<calabria<<<
    A dire il vero, l'età e gli acciacchi (che per fortuna sono ancora irrilevanti) contribuiscono solo in minimissima parte a questa decisione che si fa sempre più consistente.
    Ovviamente non è questo il luogo in cui esporre le mie ragioni (e mi scuso tantissimo per l'OT), ma ti assicuro che le motivazioni (a meno di un cambiamento) ci sono tutte

    Quote:
    Ridi, tu, ridi… ma il fatto di vedermi come il classico vecchietto seduto su una banchina con la bolognese in mano mi fa accapponare la pelle. <<<calabria<<<
    A dire il vero, l'età e gli acciacchi (che per fortuna sono ancora irrilevanti) contribuiscono solo in minimissima parte a questa decisione che si fa sempre più consistente.
    Ovviamente non è questo il luogo in cui esporre le mie ragioni (e mi scuso tantissimo per l'OT), ma ti assicuro che le motivazioni (a meno di un cambiamento) ci sono tutte

    Io sono già seduto nel confessionale con la stola addosso, se hai bisogno……. >>calabria>>

    Quote:
    …………<<Sia che si peschi con mare forza olio che con mare agitato, sia che si peschi con le telescopiche da 50 € che con le ripartite da 300 €, sia che come esca si usi l'arenicola che il calamaro intero, ha poca importanza: quello che importa è lanciare l'esca in acqua, perché sempre di surfcasting si tratta>>. Roba da far accopponare la pelle!…………………..

    Mi pare di aver manifestato più volte il mio giudizio sulle riviste di settore. Ogni tanto, quando noto in edicola una nuova testata o un titolo che può far sperare nella "redenzione", butto via qualche euro ma come al solito nulla di nuovo sotto il sole. A volte mi vien da pensare che ci sia un tacito accordo fra stampa e produttori di attrezzatura da pesca. Roberto, Non si tratta di sentirsi Don Chisciotte perchè, fortunatamente, di gente che non si presta a fare da allodola per gli specchietti di certi articolisti ce n'è ancora tanta per la penisola. E' comunque "obbligo morale" da parte di chi, come noi, ha la giusta visione (attendo smentite) del surfcasting, cercare di mettere sulla buona strada chi ha le idee confuse e distorte. Ciò nonostante, ritengo che solo la spiaggia può fugare ogni dubbio e, a tal proposito, permettetemi di raccontare una recente esperienza a beneficio di chi è ancora alle prime armi.
    Qualche giorno fa, proprio in coincidenza con il netto cambio climatico stagionale, decido di fare una battutina anche per rendere onore alle due scatolette di americano che da giorni e giorni giacevano nel cassetto del frigo. Il tempo era poco e non avendo nemmeno cognizione dello stato del mare, parto con due telescopiche da 140gr e due muli fissi che avevo a portata di mano. Faccio qualche km perchè le spiagge più vicine erano interessate da un vento sostenuto e fastidioso con un moto ondoso piuttosto importante. Trovo finalmente uno spot con moto ondoso e vento più attenuati. Monto velocemente e affido i vermetti rispettivamente ad un long arm da due metri e ad un long rovesciato da 150cm. su nylon dello 0.25 e ami Owner 50339, amo da me usato per la mormora che però offre qualche chance in caso di orata. Nel corso della pescata il vento da ovest aumenterà d'intensità e farà crescere il moto ondoso. Questo mi costringe a cambiare i piombi da 100 con due, al limite delle canne, da 125 gr. Per la cronaca la battuta si è conclusa con qualche pagelletto, una mormoretta ed un sarago di discrete dimensioni che essendo appuntato sul labbro ha guadagnato la via del mare insieme agli altri suoi colleghi.
    Le considerazioni tecniche sono le seguenti: il vento è stato sempre sostenuto (di quelli che ti ronzano sempre nelle orecchie e ti fanno svolazzare l'orlo dei pantaloni) e le cime delle canne hanno cominciato a ballare la samba senza tregua. Quando il vento si è spostato da SO (quasi frontale) i lanci si sono accorciati parecchio. In questo caso, con piombi da 125gr su telescopiche da 140 avevo anche un condizionamento mentale a forzare i lanci ma, d'altronde, il 100gr non bucava e scarrocciava. Ho visto solo la tocca del sarago mentre gli altri pesci li ho travati allamati al controllo dell'esca. Lo spot è ottimo per i saraghi quando il mare muove come nella battuta in questione ma occorre arrivare al filo del molo che c'è sulla sinistra e non ci arrivavo. I terminali, anche se lunghi, non si sono mai aggrovigliati salvo nell'ultimo lancio in cui il long arm basso era contro corrente.
    Le conclusioni sono le seguenti: sono rimasto comunque in pesca ma con gli occhi incollati ai cimini per percepire ogni movimento anomalo diverso dalla piegata del vento, facendomi diventare nevrastenico. Mi sono mancati quella ventina di metri di distanza che avrebbero potuto fare la differenza. Ho messo sotto stress le canne per bucare il muro di vento, chiudendo gli occhi ad ogni lancio sperando di non sentire crack. Una telescopica più potente avrebbe ovviato, magari in parte, a questi problemi: certamente si, ma solo in quelle condizioni che erano sostenute ma non definibili da surf vero.
    Mi sono dato dei pugni in testa per non aver perso un pò di tempo ad andare a prendere l'attrezzatura idonea in garage: ripartite e rotanti.
    Mi sono dilungato oltremodo ma ho cercato di far capire che una battuta di pesca in certe condizioni si può condurre sul filo del rasoio ma se vogliamo avere un ampio margine di sicurezza e non precluderci alcune possibilità la dobbiamo affrontare con gli strumenti adeguati.

    Quote:
    Ma non è il solo 'articolista' ad aver stravolto il concetto di surfcasting. 

    Roberto,
    a mio avviso,  i canoni della tecnica di pesca a fondo che chiamiamo surf casting (che non intendo stravolgere!): condizioni meteo marine, attrezzatura, esche/inneschi, scelta di spot e postazione, tipo di calamento, lunghezza e diametro dei finali, tipo e numerazione degli ami, non hanno nulla a che vedere con quello di cui stiamo discutendo, che è molto più prosaico: il nostro glossario.
    accetto il fatto che per te un long arm  debba avere solo joint prossimo al piombo.
    mi chiedo, però, a quale distanza  massima  dal piombo possa essere posizionato il joint per  definire ancora long arm un calamento monoamo con finale lungo. 10 cm? 20 cm? 30 cm?
    mi chiedo anche come si possa denominare, perché un angler qualsiasi lo identifichi, un calamento monoamo con finale lungo e joint posto ad 1 m dal piombo.

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