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Forum › SURFCASTING › Riflessione: "Il futuro del surf"
Gentili lettori e moderatori, per quanto noi pescatori possiamo ingegnarci , è palese che il mare non è più generoso come un tempo, sempre più spesso i secchi son vuoti. Le cause sono note. Argomenti triti e ritriti , ma seguendo questo trend, cosa ci si deve aspettare? nel '90 ci si poteva riempire una bancarella in una nottata, gli stessi pescivendoli si rivolgono sempre d piu agli allevamenti, e gli sportivi? , ci dovremo accontentare del lancio del piombo?, per non parlare del mercato delle attreZzature che subisce un bel colpo a parte la crisi generale. Molti appassionati hanno appeso la canna al chiodo e chi ha possibilitâ nei mesi estivi
si dedica alla pesca da barca. insomma, questo sport è entrato anche esso un po in crisi. Che ne pensate?, Il futuro cosa ci riserva?grazie
In effetti molti pescatori hanno appeso le canne al chiodo, ma io non darei la colpa alla crisi, bensì alla perdita della "voglia di andare a pesca", probabilmente proprio a causa della scarsità di prede rispetto ad un tempo. Per quel che mi riguarda, gli unici motivi che mi hanno indotto a desistere dalla consueta pescatina settimanale sono stati esclusivamente quelli legati alla salute, altrimenti non c'è mai stato vento, pioggia, freddo o crisi che abbiano potuto impedirmi di recarmi in spiaggia.
Non che io sia ricco o benestante, ma cerco di ottimizzare le risorse a mia disposizione per non rinunciare alla mia più grande passione. Per ciò che concerne l'attrezzatura, una volta acquistata, se tenuta a dovere e cioè, lavaggio dopo ogni battuta e pulizia/oliatura di tanto in tanto degli ingranaggi dei mulinelli, la si può utilizzare per anni ed anni: pensa che io uso ancora canne che hanno alle spalle più di un decennio di onorato servizio!!!
Per l'esca, se realmente si vuole risparmiare, ci si può rivolgere in pescheria, limitando quindi la spesa delle esche "classiche".
Mi rendo conto però che non tutti andiamo a pesca per la stessa ragione: io ci vado perché amo trascorrere del tempo in spiaggia, magari anche in solitudine, per rigenerare le "batterie"; naturalmente anche a me fa piacere di tanto in tanto portare a casa qualche bel pescetto per la mia Principessa, tuttavia se ritorno a mani vuote son contento ugualmente.
Condivido a pieno il pensiero di Luigi (^SURFMASTER76^).
Anch'io col passare del tempo ho ridotto il mio numero di uscite a pesca, ma non per i cappotti o le "gelate" prese, ma perchè ho dovuto ritagliare molto più spazio alla mia famiglia.
Per la quantità di catture che diminuisce sempre più, ti dico che io prima pescavo solo in acque dolci e, bene o male, ad ogni uscita almeno una trota si riusciva a portare a casa.
Da quando mi sono dedicato a pieno al mare ed alla pesca dalla spiaggia, gli armadi sono così pieni di cappotti da fare invidia ad una boutique…
Ma questo non mi scoraggia, perchè come dice Luigi, al mare ci vado soprattutto per ricaricare le pile e per staccarmi completamente dagli stress che la vita quotidiana ci prepara.
Quindi, fosse anche solo per buttare il piombo in acqua, in spiaggia ci scenderò sempre… ]]]àù+
Ultima considerazione: il sufcasting di per sè non ha mai regalato carnieri esageratamente abbondanti e soprattutto costanti ad ogni uscita; per cui chi ama questa disciplina è consapevole che il cappotto rappresenta quasi una costante…
Io invece ritengo che i veri surfcaster avvertano molto meno, rispetto ai colleghi delle altre discipline, la crisi di catture che colpisce il mondo della pesca. I motivi sono molto semplici. Anzitutto il surfcaster ha una stagione piscatoria limitata. Diciamo che, ottimisticamente, può contare su sei/sette mesi di pesca l’anno in cui poi deve beccare i momenti buoni ed il resto del tempo vive in astinenza favorendo, nel contempo, la ripopolazione ittica. Il surfcasting, poi, è uno sport poco appagante in fatto di catture per cui chi lo pratica è già avvezzo alla scarsità di risultati. In sostanza è un po’ come noi poveri tifosi dell’ Inter: abituati a soffrire per i risultati ma con una passione immensa ed inesauribile nel cuore. Chi affronta una battuta di surf non deve rodersi il fegato per le reti che gli sbarrano lo specchio acqueo antistante in quanto con il mare mosso, di solito, non si calano le reti e, sotto questo aspetto, il sistema nervoso ringrazia. Sotto questi punti di vista possiamo dire che sono più sfortunati gli amici che si dedicano ad altre discipline. Come poi è già stato evidenziato dagli amici qui sopra, alla base di tutto c’è la passione altrimenti la canna al chiodo la sia appende a prescindere dai risultati.
A parte queste considerazioni semiserie (fino ad un certo punto), io non sono poi così pessimista e volevo fare una considerazione che allarga un po’ i confici. Certo, chi è abituato a riempire le serate con una ventina di mormorette da 15 cm. inveirà ma chi invece aspetta “il pesce della vita” sa che quell’esemplare, che per aver potuto meritare questo titolo, ha evitato ogni tipo di palangaro, strascico, fissa ecc. è ancora in circolazione e si muoverà solo con quelle condizioni di mare. La crisi c’è anche nelle risorse ittiche ma mentre si cerca, giustamente, di fare qualcosa per il buco nell’ozono, per i ghiacciai dei poli, per le balene ecc. sembra che a nessuno interessi del nostro povero mare. Spiace constatare che chi finora ci ha rimesso sono gli artigiani della piccola pesca costiera, metodo ecosostenibile ma ormai insostenibile economicamente ma, sotto sotto perfidamente, viene da fregarsi le mani perché sono tanti ami e retine in meno a cavar pesci dal mare. E si è portati a pensare che se ora è toccato a loro un domani toccherà ai grossi professionisti, i veri distruttori del mare, sperando che, nel frattempo, i governi non decidano di fare il tiro al bersaglio su noi poveri pescatori sportivi e che, soprattutto, la natura trovi la forza per rigenerarsi.
Al limite, come hai già detto, c’è sempre la possibilità di dedicarsi al lancio del piombo: è un bellissimo sport anche quello. <xcalabria>x<
Nel corso di questi pochi anni di pesca, che al 99% sono stati dedicati al surfcasting, ho potuto constatare che se inteso come sport il Sc è paragonabile addirittura ad un altro sport che mi piace parecchio, la Formula 1, in entrambi gli sport pur essendo agli antipodi l'uno dall'altro per avere risultati apprezzabili bisogna evolversi, essere competitivi avere l'attrezzatura adeguata a quel dato momento, studiare la strategia migliore è alla base di tutto, i cappotti che faccio li considero dei veri e propri test, spesso pur trovando un assetto ottimale e redditizio nella prima parte della pescata dedico un intermezzo alla sperimentazione, cerco di ricordare quali particolari possono aiutarmi ad individuare i settori migliori, insomma io il surf lo vedo solo come sport allo stato puro e non mi frega niente delle medagliette io vado sempre per la medaglia d'oro che al momento s/fortunatamente mi manca, i pescetti li cerco solo se intendo innescarli, anzi per dirla tutta ultimamente mi sto dedicando al surfcasting estremo, andare in spiaggia con 3 e passa mt d'onda è un'esperienza che da un'adrenalina incredibile.
Alla fine scendere a mare quando questo è come piace a me è il miglior disintossicante naturale che possa desiderare e se non prendo niente pazienza, come dice in nostro Nicola almeno mi sono dedicato al lancio del piombo >calabria>
Ho sintetizzato questa frase dalle tue considerazioni, una frase che racchiude l'essenza del surfcasting. Purtroppo, nella pratica, diventa tutto un pò difficile rispetto alla teoria e, come hai detto, i cappotti devono diventare dei test da analizzare a loro volta per cercare di capire gli errori. <xcalabria>x<
I cappotti intesi come test hanno la funzione di farci capire quali sono le condizioni climatiche con le quali reagisce meglio uno spot, ricordiamoci che la mareggiata rende se i venti che la generano creano le condizioni dalle quali scaturirà il cosiddetto "impianto da surf", da me per esempio ci sono spiagge che rendono tanto con lo scirocco altre che vogliono l'acqua scura del maestrale, a meno che qualcuno non ci dica a priori dove andare a buttare le nostre esche, ci toccherà testare più volte lo stesso posto per capire quando questo diventa redditizio.
Io preferisco dire che la mareggiata rende se innesca la catena alimentare, poi siamo noi che dovremo andare a cercare i punti di pascolo. Per il resto concordo con te
Ciao
Ragazzi, onestamente parlando, io ogni mareggiata vado a pesca, perchè non andare a pesca con una mareggiata solo perchè tira scirocco invece che brezza marina e via dicendo mi sembra una forzatura. Il bello della pesca è anche l'imprevedibilità,
esempio, sulle mie spiagge cittadine è provato e riprovato che non si nutrono sugarelli, e ancor di più si sà che non mangiano sul fondo, invece la scorsa estate ne ho tirati su parecchi in condizioni e con impianti totalmente contraddittori per la pesca al sugarello. Secondo un mio parere non bisogna ricercare spasmodicamente la "condizione ultraperfetta" , un pò come nel calcio, sono contro gli eccessivi "tatticismi", anche perchè neanchè i biologi marini più accreditati possono sapere fino in fondo il comportamento dei pesci e per lo più sono meno abitudinari degli altri animali in natura.
La realtà è che i pesci sono di meno rispetto a prima, infatti, fino ad un decennio fà i pescatori non si curavano eccessivamente della luna, le maree venti, umidità e roba varia. Secondo mè sono solo paliativi alla sindrome di mancanza di catture. Opinione personale.
Mi spiace per te ma l'essenza del surfcasting è proprio il "tatticismo" magari anche eccessivo e la ricerca della "condizione ultraperfetta" altrimenti non è più surfcasting. I biologi marini non hanno gli stessi obiettivi per cui non conosceranno il comportamento dei pesci al pari di un surfcaster (bravo).
Tutti i tatticismi di cui parli facevano farte del bagaglio del surfcasting anche trent'anni fa quando di pesci ce n'erano molti di più. Non ho mai conosciuto un surfcaster che soffrisse di questa "sindrome di mancanza di catture"
Il sugarello, nel surfcasting, al massimo può rappresentare un tipo di esca.
Sarò franco caro Xander e, spero, non troppo crudo: tu sei un pescatore che deve fare ancora parecchia strada prima di completare "l'evoluzione della specie"
Non posso che darti ragione, sono alle prime armi nel surf, a 25 anni alle prese ogni giorno con il praticandato presso lo studio legale è già tanto che trovi il tempo di andare a pesca, quella di sopra era una mia opinione, però io vi seguo, vi ascolto e imparo, poi forse un giorno, mi farai diventare moderatore >v<calabria>v<, anche se continuo a credere che non è totalmente sbagliato ciò che dico, perché seguendo questo filo logico chi ha un esperienza trentennale dovrebbe portare a casa il secchio pieno ogni volta che va a pescare se nulla è lasciato al caso ma nonostante ciò seguiró i vostri consigli e spero che mi porti a avanti nella tua teoria darwiniana della "speciae pescatoris":p
Io dico che più si va a pesca meglio é!
E qui sbagli di nuovo. La soddisfazione per il surfcaster non è di di portare a casa il secchio pieno ma di essere riuscito a misurarsi con il Mare con l'intima convinzione di aver fatto tutto per bene. Un pescatore di mia conoscenza, surfcaster al cui confronto io mi sentirei un biccerello, proprio per i suoi metodi estremamente ortodossi, non vedeva quasi mai l'ombra di una coda eppure continuava a stare lì imperterrito. Il giorno in cui tirò fuori una spigola da spavento le diede un bacio sulla fronte e la rimandò in acqua.
Sono mesi (anni) che prometto di fare un topic per spiegare questa mia teoria ma non concludo mai…probabilmente perchè nemmeno io ho completato il processo evolutivo <<<calabria<<<
questa tua affermazione che ho evidenziato non l'ho proprio capita, me la puoi spiegare?
intendo tra i "saggi" del forum (voi che gestite e rispondete), scherzando! Comunque ho inteso ciò che vuoi dire ma in questa mia fase iniziale è tutto finalizzato alla preda ossia quando torno a mani vuote sono un Po triste piuttosto di pensare alla correttezza del mio operato! spero di arrivare anche io a baciare la spigola piuttosto che morderla! <<<calabria<<< dopotutto da poco ho affrontato il surf dopo un adolescenza dedicata alla pesca del cefalo dal porto con canne cinesi e bigattini!
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